Sonia ha sei anni. Vuole fare un regalo a papà. Un disegno a pennarello.
Sul muro del corridoio.
Papà torna dal lavoro.
Non gradisce il regalo.
Adesso Sonia non disegna più.
«Uffa»
Sonia is six years old. She wants to make a gift to Daddy. A marker drawing. On the wall of the corridor. Dad comes home from work. He doesn’t like the gift. Now Sonia draws no more. «Ugh»
« E i gatti, sul tetto, pazzi d’amore, gridano nelle grondaie. E sono io ad essere pronto.
Pronto ad ascoltare, mai stanco, mai triste, mai colpevole. »
Bob Dylan, I want you
Il becchino colpevole singhiozza il solitario suonatore di organo piange i sassofoni d’argento mi dicono che dovrei rifiutarti Le campane rotte ed i corni stinti soffiano sul mio viso con scherno Ma non è quello il modo Non sono nato per perderti Ti voglio, ti voglio ti voglio da morire, dolcezza, ti voglio.
A.Rimbaud, io penso?
È sbagliato dire io penso
uno dovrebbe dire io sono pensiero
io è qualcun altro
io sono presente alla nascita del mio pensiero
osservo e ascolto
ho dato un colpo d’archetto
una sinfonia si agita nel profondo
o viene con un balzo sul palcoscenico
è iniziata con ondate di disgusto
e termina
-visto che non possiamo catturare
immediatamente questa eternità-
termina con un tumulto di profumi.
« Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno, molto speciale, che ho finito per perdere. Ma sono sopravvissuto e vivo ancora! E la vita, non mi stanca. E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! La Vita è troppo bella per essere insignificante! »
È dall’impedimento che nasce l’ingegno.
È di fronte l’impossibilità che si attiva la volontà.
E il non riuscire non è una sconfitta, ma un incentivo.
Incomunicabile. E allora?
Arte, dell’incomunicabile sei figlia. E come figlia è tuo compito mettere in discussione il padre.
E allora comunica, se riesci.
C’è qualcosa di assolutamente contorto in tutto questo.
Scriviamo in lingue diverse, strana pretesa voler comunicare.
E ancor di più mi sorprende l’insistenza delle missive.
Sintomo di desiderio di esser capiti e mai di capire.
È il destinatario, che è causa e fine, a render vano ogni tentativo.
Non c’è speranza, senza possibilità.
Non leggerai. E se leggerai, non capirai.
Non capirai.
Eppure eccole qua, pagine e pagine, che hanno un volto e un nome, il mio, inconciliabilmente distante dal tuo.